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Questa pagina è dedicata alla mia personale attività di ricerca e contiene saggi, articoli ed altri materiali tratti da lavori svolti durante gli studi universitari e nella redazione delle tesi di laurea triennale, magistrale e di dottorato. L’intento è quello di condividere pratiche, riflessioni, percorsi di formazione e di autoformazione, capitalizzando quanto studiato ed affrontato in tutti questi anni di formazione personale.

 

LA SCUOLA DIGITALE

La scuola italiana (ma non solo) da diversi anni è (o dovrebbe essere) una scuola digitale. Ma cosa è effettivamente cambiato nell’insegnamento, nell’organizzazione delle attività, in breve, nella vita quotidiana delle classi? La DAD legata alla pandemia da Covid-19 (che ha flagellato gran parte dell’Italia da marzo 2020) ha impresso una accelerazione nell’utilizzo di device e piattaforme utili per mantenere i contatti ed una base minima di didattica con gli studenti, a casa per la chiusura delle scuole. Ma, passata la tempesta, la didattica digitale resterà una dimensione emergenziale oppure strutturale nella scuola, ricevendo un nuovo impulso?

Dalla maestra con la penna rossa alla maestra con la penna usb

Con la scuola digitale si prospetta la nascita di un nuovo profilo di docente? Il racconto di un’esperienza di utilizzo di risorse digitali all’interno della didattica quotidiana, utilizzando una semplice pen drive da collegare alla LIM.

Il digitale obbligatorio per i docenti

Essere competenti nella didattica digitale è un obbligo o meno per i docenti? La questione, tra libertà di insegnamento ed etica professionale, è balzata alla ribalta con la pandemia da Covid-19 del 2020. Si propongono alcune riflessioni e considerazioni finalizzate a superare questa diatriba.

Docenti e tecnologie un rapporto di amore ed odio che si tramanda nei secoli

Secondo una certa retorica, una delle caratteristiche dei docenti sarebbe quella di essere piuttosto “tecnofobici”. Questa vera e propria narrazione mediatica troverebbe il suo fondamento in un certo rifiuto nell’utilizzo delle tecnologie digitali ai nostri giorni, al netto della loro importanza e diffusione. Tuttavia, la storia della scuola ci viene in soccorso proponendo alcuni interessanti deja vu didattici…

Vino nuovo in otri vecchi

La scuola ai tempi del Coronavirus: è necessario comprendere le nuove esigenze pedagogico-didattiche anche nella loro forza dirompente per la routine quotidiana ormai assodata nella scuola, esplorando con atteggiamento critico (nel vero senso etimologico del termine: κριτική/κρίνω – separare, distinguere, ordinare, giudicare) tali esigenze e le potenzialità delle tecnologie digitali, con un atteggiamento di ricerca formato, consapevole ed anche riconosciuto a livello professionale.

Un sistema mediale informale

La rete Internet costituisce, sia per gli esperti che per l’uomo della strada, un ricco contenitore di informazioni e di risorse utilizzabili anche per l’apprendimento, proponendo opportunità mai viste in precedenza. In realtà la storia ci propone una realtà diversa: anche prima dell’avvento della Rete erano disponibili risorse per l’apprendimento del tutto sganciate dal mondo della scuola.

Didattica a distanza ossimoro od opportunità?

Nei mesi della pandemia da Covid-19, in pieno lockdown fisico (e scolastico) si sono succeduti interventi che ripetevano tutti la medesima affermazione che,  tra colleghi o sui media, quasi fosse una sorta di mantra: la scuola, dopo il Covid-19, non sarà più la stessa. Siamo in presenza di una narrazione ben precisa che definisce l’esperienza della Didattica a Distanza come occasione per cambiare la scuola. Al di là di queste affermazioni (alcune delle quali rischiano di essere autoreferenziali), rimane quindi da capire in quale senso o direzione questa esperienza, decisamente critica dal punto di vista sanitario, economico (ma anche educativo), possa rappresentare in realtà una vera e propria occasione di cambiamento. Tutto questo al netto delle critiche che, in questi mesi, si sono susseguite sui media o sulle riviste di settore sempre in ordine alla DAD, con interventi che non si sono risparmiati dal giudicarla come un’esperienza del tutto fallimentare e da dimenticare.

 

LA SCUOLA COME CENTRO DI RICERCA?

Prendiamo in prestito l’espressione (e progetto di scuola) di una grande figura di docente, Alfredo Giunti, figura purtroppo non molto nota tra i docenti attualmente in servizio. Può la sua vision di scuola caratterizzare il futuro dell’agire degli insegnanti, con una didattica fondata sulla ricerca? Potranno i docenti diventare dei veri e propri ricercatori, insieme ai loro studenti?

Verba volant scripta manent la scrittura dei docenti

Essere docenti, se si intende tale ruolo come “professionisti dell’apprendimento”, significa essere anche uomini e donne di cultura, persone che fanno della lettura e della scrittura il loro pane quotidiano. Ma quanto (e quando) noi docenti leggiamo e, soprattutto, scriviamo? Emerge l’importanza della scrittura e della documentazione come attività a supporto della ricerca.

Spider’s web scuola ed epistemologia

Nella scuola sono presenti particolari dinamiche epistemologiche che agiscono soprattutto in background: si tratta di dinamiche condivise con molte delle persone che ci stanno accanto ma che, per il ruolo ricoperto da docenti in ordine alla “conoscenza” e, quindi, all’insegnamento, possono assumere particolari significati e comportare delle ricadute non del tutto trascurabili in campo sia personale/professionale che sociale.

Rousseau in classe

La lettura dell’Emilio di Rousseau potrebbe, ad un primo sguardo, far sorgere spontanea la domanda circa l’utilità dell’approccio ad un testo, pubblicato nel lontano 1762, all’interno di un tempo e di un contesto socioculturale molto diverso da quello attuale. In realtà questo testo è decisamente ricco di spunti e di proposte di riflessione decisamente attuali.

Didattica con gli eas

Gli EAS (Episodi di Apprendimento Situato) rappresentano  una metodologia del tutto italiana che si pone come innovativa rispetto alle modalità classiche di fare lezione a scuola. Il padre di questa metodologia didattica, che si fonda su di una percentuale di tecnologia non indifferente, è Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica generale, Didattica ed educazione mediale e Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento presso l’Università Cattolica di Milano.

La flipped classroom

Un’altra metodologia (o approccio, per la precisione) che si propone di cambiare la modalità sequenziale e lineare classica della lezione, presentandosi quindi come innovativa, è la flipped classroom, un approccio basato su quello che comunemente viene individuato come flipped teaching. La FC intende capovolgere la modalità tradizionale di insegnamento (in inglese il verbo to flip significa proprio rovesciare, capovolgere): le risorse o materiali didattici (video, e-book o altro)  predisposte dal docente e postati su di una specifica piattaforma, vengono analizzati dallo studente a casa propria, (sempre prima della lezione), consultandoli una o più volte, diventando in seguito oggetto di attività specifiche in presenza.

LA DIDATTICA LABORATORIALE

Il “laboratorio” e quella che viene comunemente chiamata “didattica laboratoriale” potrebbe a prima vista apparire come un dato scontato, un punto fermo ed inamovibile della vita scolastica quotidiana in ogni ordine di scuola, soprattutto in quella primaria dove gli alunni si trovano nel mezzo di un processo che li porterà, gradualmente, a passare da ciò che comunemente viene definito “concreto” all’”astratto”.

In realtà così scontato proprio non è, dal momento che il rischio di fare scuola incentrando tutte le attività soprattutto sull’auditorium (semplice ascolto passivo da parte degli studenti) è sempre in agguato.

01 Fenomenologia del laboratorium

02 Coordinate pedagogiche laboratorium

03 Setting e risorse del laboratorium

04 Il laboratorio mobile

05 Il laboratorio all in one

06 Verso una pedagogia del laboratorium

07 Per una bibliografia del laboratorium

 

LA SCUOLA DELLE COMPETENZE

Sono almeno 20 anni che il concetto operativo o la parola ‘competenza’ aleggia sulla scuola italiana, creando spesso imbarazzo negli addetti ai lavori. I problemi, a dire il vero, iniziano fin dal tentativo di attribuire alla parola “competenza” un significato ben preciso. La normativa scolastica, a questo riguardo, non aiuta affatto, anzi, è causa a volte di ulteriori disorientamenti a motivo del forte carattere polisemico della parola stessa che emerge dalla documentazione disponibile.

In questi brevi saggi vengono proposte delle riflessioni, non delle soluzioni, nella consapevolezza che in questi ultimi anni la scuola abbia assistito ad un intenso battage normativo e formativo che ha fatto della competenza il suo cavallo di battaglia.

01 Introduzione

02 La competenza dal mondo del lavoro al mondo dell’educazione

03 La competenza nella scuola italiana

04 Per una pedagogia della competenza

 

LA NUOVA VALUTAZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA

L’O.M. 172 del 4.12.2020, come ben noto ai docenti della scuola primaria, è stata promulgata a scuola già da tempo iniziata: era infatti il dicembre del 2020, e, quindi, nell’imminenza della prima valutazione quadrimestrale (e dopo ben tre mesi di attività didattiche improntate su modelli valutativi ben diversi, considerando solamente l’anno scolastico in corso…). Comprensibile quindi che questo dispositivo normativo sia stato percepito sin da subito come una sorta di intervento “a gamba tesa” sul lavoro dei docenti della scuola primaria. Un ulteriore motivo di perplessità, all’epoca prontamente evidenziato dagli stessi docenti, era stata la concomitanza dell’Ordinanza con un periodo storico caratterizzato dalla pandemia da Covid-19 non ancora del tutto conclusa e con i docenti impegnati nella gestione dei protocolli sanitari e di classi con alunni ancora in didattica a distanza ed alunni in presenza.   I contenuti dell’OM 172/90, a questo punto, più che un’occasione utile ai docenti per effettuare una sorta di “tagliando” pedagogico-didattico potenzialmente funzionale alla loro attività, corrono veramente il rischio di diventare un’ulteriore richiesta burocratica da ossequiare e risolvere nel modo più veloce ed indolore possibile.

svalutazione

 

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